Prurito anale: di cosa è sintomo? Quali le cause?
- by Varriale Prof. Massimiliano
- 23 ago 2022
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Il prurito anale è un sintomo molto frequente in proctologia: colpisce circa il 5% della popolazione, in particolare i maschi tra i 30 e i 70 anni.
Cause ed effetti
Le cause scatenanti possono essere varie e di diversa natura. Quelle funzionali possono essere di tipo dermatologico, infiammatorio o proctologico (come, ad esempio, nel caso di prolasso anale).
Grazie alla visita proctologica si possono stabilire quali siano i fattori scatenanti del prurito sulla cute perineale e anale.
Le prime manifestazioni, generalmente, sono le escoriazioni da grattamento, cioè l’ispessimento delle pliche radiali dell’ano con associata iper o ipopigmentazione cutanea perianale.
Lo stadio successivo è determinato dalla lichenificazione anale, ovvero la formazione di placche. Queste placche sono dapprima brillanti o reticolate e poi si trasformano in placche perianali ispessite e iperpigmentate, di aspetto bianco madreperlaceo brillante.
Le cause infettivo-dermatologiche
In proctologia, tra le cause infettivo-dermatologiche, troviamo la dermatite streptococcica perianale. Si tratta di una reazione molto frequente, soprattutto in età pediatrica quando si manifesta come anite-erimatosa, cioè un arrossamento della regione perianale spesso doloroso.
La seconda causa è la candidosi perianale: annoverata tra le cause dermatologiche, dovuta al prurito anale, e non determinante. Si manifesta con prurito elevato e con un eritema rosso vivo intervallato da pustole.
Cause infiammatorie
Tra le cause infiammatorie più comuni, la principale è l’eczema da contatto, causato da una sensibilizzazione da prodotto topico utilizzato nel trattamento di patologie proctologiche concomitanti, come la patologia emorroidaria. Il disturbo si manifesta con intenso prurito da microvescicole e con microerosioni.
Seguono la psoriasi, le affezioni accidentali da caustici e quelle precancerose perianali quali:
- la malattia di Paget, cioè un’alterazione simil eczematosa che può comparire anche nella zona peri-areolare delle mammelle delle donne;
- la malattia di Bowen, caratterizzata da fissurazioni (ossia lacerazione o ulcere nel rivestimento dell'ano) con bordi netti nella parte esterna e solitamente con presenza di desquamazioni o croste;
- la malattia di Babuet, un eczema dovuto al contatto con materiali contenenti cromo, nichel o cobalto in soggetti allergici a tali componenti.
Cause proctologiche
Una delle cause più comuni del prurito anale legate a patologie strettamente di carattere proctologico è il prolasso mucoso retto anale, cioè la discesa del rivestimento interno della parete del retto distale verso il canale anale, sia nella sua fase occulta intrarettale, sia nella sua esternazione al canale anale (con patologia emorroidaria annessa).
L’accumulo del prolasso nell’ampolla rettale, subito a ridosso del canale anale, comporta un accumulo di liquido, naturalmente prodotto dalla mucosa necessario alla sua lubrificazione, che attraverso un meccanismo a gocciolamento, il così detto soiling, determina la sua fuoriuscita e la conseguente l’insorgenza dell’ano umido. A questi segue la manifestazione del prurito prima, e delle infezioni del derma perianale poi.
Conclusioni
All’insorgere del prurito anale, consiglio di programmare prontamente una visita proctologica: non esiste né una medicina né un rimedio assoluti, ed è proprio per questo fondamentale scoprirne la causa il prima possibile. Una volta effettuata la diagnosi, sarà possibile procedere con la giusta terapia.
Come terapia sintomatica, oltre alla logica raccomandazione di un’accurata igiene perineale, si ottiene una buona risposta all’uso topico di detergenti specifici lenitivi ed emollienti; nei casi in cui sia indicata, viene prescritta una terapia cortisonica locale per alcuni giorni.