I vari momenti della visita proctologica: dall’ascolto attivo all’inquadramento diagnostico
- by Varriale Prof. Massimiliano
- 27 gen 2023
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La proctologia è una branca medica specialistica che si occupa dello studio della fisiologia, delle patologie e delle funzioni del colon-retto e dell’ano e quindi studia tutte le funzioni a carico di questi organi ma soprattutto le diverse patologie.
Il medico specialista della Proctologia è indicato con il nome di proctologo e si occupa di diagnosticare e curare tutte le problematiche di ambito proctologico.
La visita proctologica è utile per diagnosticare e curare patologie di carattere proctologico tra cui emorroidi, ragadi, prolasso rettale, rettocele e altre patologie. È consigliabile sottoporsi a questo tipo di visita alla comparsa dei primi sintomi, perché questi potrebbero anche essere legati all’insorgenza di una patologia tumorale. La visita proctologica ha lo scopo di analizzare e capire le sintomatologie riportate dal paziente e quindi identificare l’opportuno percorso diagnostico terapeutico, personalizzato, per ogni utente.
La visita proctologica:
Il primo momento
Il colloquio, momento fondamentale della visita, è finalizzato ad individuare con accuratezza i sintomi accusati dal paziente e dunque i vari motivi per i quali esso si è rivolto allo specialista.
Il colloquio viene guidato dallo specialista proctologo che si occuperò di effettuare l’anamnesi del paziente raccogliendo il maggior numero di informazioni riguardanti storia clinica e stile di vita (alimentazione, vizio del fumo, consumo di alcool, livello di attività fisica e di sedentarietà, eventuali patologie a carico, altri casi in famiglia di patologie proctologiche, eventuale assunzione di farmaci)
Lo specialista proctologo si occuperà di mettere a proprio agio l’utente per evitare che esso abbia timore di esporre il problema per cui si giunge a visita. L’ascolto attivo si basa infatti su empatia ed accettazione e si fonda sulla creazione di un rapporto positivo caratterizzato da un clima in cui una persona possa sentirsi empaticamente compresa” e, comunque, non giudicata; è importante rivolgersi ad uno specialista proctologo anche con minimi sintomi per evitare un peggioramento degli stessi.
Molte persone sono spaventate al solo pensiero di una visita dal proctologo e tendono a rimandarla. Imbarazzo, paura e disinformazione possono far trascurare i sintomi di patologie a volte molto serie. Inoltre, anche malattie facilmente trattabili possono aggravarsi e cronicizzarsi se non curate.
La fugacità del sintomo, spesso, può confondere il paziente proctologico. Può accadere, per esempio, che un piccolo sanguinamento dell’ano si manifesti con un unico episodio e poi scomparire magari lasciando spazio ad altri sintomi certamente meno appariscenti del sanguinamento ma non meno importanti come la mucorrea (emissione di muco con le feci), ano umido, prurito anale e quant’altro.
Il paziente viene indotto a soprassedere la visita proctologica per il timore ad esporre i suoi sintomi. “cosa penserà di me il medico che mi ascolta? ” è uno tra i pensieri martellanti; “non è che quello lì pensa che io abbia abitudini sessuali strane? …”. L’utente deve essere, invece, consapevole che il professionista, attraverso l’ascolto attivo, sospende ogni giudizio di valore, osserva ed ascolta, si mette nei panni dell’altro e comprende.
Il secondo momento
La seconda parte della visita consiste in un’ispezione completa del canale anale – in un primo momento esterna – mediante osservazione e palpazione, e poi interna, mediante esplorazione digitale.
Il paziente viene invitato a porsi in posizione fetale, cioè sul fianco sinistro con gli arti inferiori raccolti verso l’addome, oppure in posizione ginecologica. Quest’ultima è la più utilizzata ed apprezzata: infatti questa posizione permette allo specialista proctologo di valutare nella sua interezza la regione perineale in toto, sia l’anteriore che il posteriore. Questo avviene perché oggi si ritiene che nonostante siano presenti nel perineo gli orifizi: sessuale (pene o vagina), urinari (uretra), digestivo(ano) – quindi diversi per anatomia e funzione tra loro, in realtà debbono considerarsi unitari ed armonicamente assemblati nelle loro funzioni tanto che le patologie rispettivamente a loro carico sono considerate nella loro globalità; si pensi ad esempio ai prolassi vescicali e rettali.
Il medico, se lo ritiene opportuno, per una più accurata esplorazione rettale interna può sottoporre il paziente all’ano-rettoscopia (o proctoscopia) che viene effettuata mediante l’introduzione nel canale anale dell’anoscopio, un piccolo tubicino lungo 5-6cm e largo poco più di un dito che permette la visione diretta del canale ano-rettale. Anche nel caso si utilizzasse l'anoscopio per eseguire una valutazione strumentale dell’interno dell’ano, il paziente non sarà soggetto a nessun particolare dolore grazie alle ridotte dimensioni dello strumento, il quale sarà opportunamente lubrificato.
Come ci si prepara?
Per eseguire una correttamente la visita non è necessaria nessuna particolare preparazione, tranne nei casi in cui non venga diversamente specificato al momento della prenotazione.
Il terzo momento
La visita a questo punto termina e si conclude che la diagnosi, l’eventuale indicazione di esami diagnostici come ad esempio la colonscopia o una defecografia, tesi a confermare l’inquadramento diagnostico e l’eventuale terapia medica o chirurgica.