La rettocolite ulcerosa: la scienza fa passi avanti
- by Varriale Prof. Massimiliano
- 9 dic 2022
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La rettocolite ulcerosa è una malattia infiammatoria cronica che interessa prevalentemente l’ultima porzione dell’intestino e che colpisce circa 130.000 persone in Italia.
Ha molti aspetti in comune con il morbo di Crohn che, invece, colpisce prevalentemente il tratto terminale dell’ileo, cioè ileite terminale.
Oggi voglio dirvi di più su questa patologia e aggiornarvi circa i recenti studi in merito.
Sintomi e cause
I sintomi iniziali della rettocolite ulcerosa sono dolori addominali di tipo colico e danno una fastidiosa sensazione di dover andare al bagno. All’atto della defecazione, poi, si ha diarrea con emissione di feci miste a muco e sangue.
Non si conoscono esattamente le cause di questa patologia anche se sono stati evidenziati alcuni fattori genetici coinvolti nella sua manifestazione.
Probabile anche l’importanza di alcuni fattori immunologi: alcune malattie, infatti, possono presentare una alterazione della risposta infiammatoria immunitaria che può causare lesioni alla propria mucosa intestinale e, quindi, un’autoaggressione.
In questo contesto si possono inserire le ipotesi di fattori infettivi come cause che innescano il processo autoimmunitario.
Una malattia cronica: esami
Come già detto, questa è una malattia ad andamento cronico e deve essere seguita nel tempo dal proctologo. La colonscopia è un esame importante per la diagnosi di questa patologia, alla quale seguiranno diversi controlli, la cui frequenza va stabilita dal medico specialista a seconda dello stadio della patologia stessa.
Durante la colonscopia vengono eseguiti dei prelievi della mucosa colica, altrimenti dette biopsie, per valutare lo stato di attività della malattia e la presenza di eventuali lesioni a rischio. Mi preme ricordarvi che l’esecuzione di queste biopsie non provoca dolore.
Terapia
Purtroppo, ci troviamo di fronte a una patologia complessa, le cui terapie ad oggi disponibili sono efficaci solo per una parte ristretta di pazienti, la cui qualità di vita è fortemente compromessa.
In generale, la terapia prevede l’assunzione cronica di farmaci generalmente a base di acido 5-aminosalicilico (mesalazina) e nelle fasi acute, sotto stretta indicazione del proctologo, può essere necessaria l’assunzione di farmaci a base di cortisonici
Un nuovo studio, un po’di speranza
È di qualche mese fa la notizia dal mondo della ricerca, pubblicata sul The Lancet e coordinata dall’IRCCS Ospedale San Raffaele, che dona un po’ di speranza a coloro che soffrono di questa malattia: il upadacitinib, un farmaco, a uso orale, per pazienti con colite ulcerosa attiva, sia moderata sia grave.
Il farmaco, arrivato al trial di fase 3, è in grado di ridurre l’infiammazione intestinale che caratterizza la malattia, attraverso l’inibizione di diversi processi biologici coinvolti nella cascata infiammatoria.
Sulla base dei risultati ottenuti, il Comitato per medicinali a uso umano dell’Agenzia Europea per i medicinali ha dato il nullaosta per l’utilizzo del farmaco in pazienti che non hanno risposto - o sono intolleranti - ai farmaci e terapia già in commercio.
Upadacitinib
Upadacitinib è, in realtà, un farmaco già in commercio e utilizzato per il trattamento di patologie come artriti, spondiliti e dermatite atopica. Ha lo scopo di bloccare le citochine pro-infiammatorie coinvolte nel processo infiammatorio. La sua particolarità risiede nel fatto che riesce a inibire più citochine contemporaneamente e a controllare le diverse vie dell’infiammazione. Questa sua caratteristica ha portato i ricercatori a credere che tale farmaco potesse essere efficace anche contro la colite ulcerosa.
I risultati hanno confermato quanto presunto: l’Upadacitinib è sicuro efficace e ben tollerato, anche nel lungo periodo.